Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.

martedì 21 marzo 2017

Col cadavere in bocca. Sul quarantennale del '77

Il Lato Cattivo

   [In appendice, alcuni estratti da documenti dell'epoca e qualche breve nota sulla composizione sociologica del movimento del '77 a Bologna]
   
  Oggi non si tratta di dire che tutto fu vano, e che meglio sarebbe stato chiudersi nella propria cameretta: non è così che il problema si poneva allora, e non ha alcun senso restituirlo in questi termini oggi, salvo ricavarne un qualche squallido tornaconto. Ciò che è letteralmente desolante, è l'odierno vuoto di critica, l'autocompiacimento celebrativo, la rimasticazione sempre uguale a se stessa di forme e contenuti propri di una traiettoria complessivamente discendente, la loro riproposizione banalizzata ed epurata dalle autocritiche interne, che pure vi furono all'epoca [...], come da ogni altro questionamento.

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